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19 March 2024

Architettura versus Edilizia

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Architettura versus Edilizia
QUALI SPAZI PER LA PENA SECONDO LA COSTITUZIONE?

“Il carcere, magari nuove carceri, che eufemisticamente verranno chiamate in altro modo, si delinea come risposta prevalente ai problemi della nostra società. Non so se il carcere faccia più paura come oggetto o come concetto. Io li rifiuto in tutte e due le forme, come risposta sbagliata persino ai ‘terrori’ dell’opinione pubblica più sprovveduta che chiede ordine e tranquillità. Non ci potrà essere né ordine né tranquillità nei nuovi contenitori, magari rivestiti in marmo, che cominciano a farsi notare nelle nostre periferie, come non ci sarà mai sicurezza sufficiente per chi ha perduto qualsiasi rapporto con il proprio territorio”
Giovanni Michelucci

Roma, 2 e 3 dicembre 2010
Senato della Repubblica – Sala ex Hotel Bologna

Il Seminario intende concentrarsi sul senso della pena e i principi della Costituzione attraverso una analisi della corrispondenza tra forma e funzione.
La struttura architettonica, la qualità edilizia e la collocazione urbanistica del penitenziario hanno una stretta relazione col modo di interpretare la pena privativa della libertà in diversi contesti culturali sociali ed economici. Chi si propone di riformare la pena non può rinunciare a ripensare la forma penitenziaria, almeno fino a quando il carcere resterà dominante nelle nostre culture e nelle nostre pratiche punitive. La tendenza dominante è “più carceri” rispetto all’ipotesi “meno carcere”. Così la rinnovata emergenza del sovraffollamento penitenziario ha spinto il Governo ad assumere la questione edilizia come strumento principe per farvi fronte, attraverso la predisposizione di un “Piano Carceri” finalizzato all’ampliamento della capacità ricettiva. La Società della Ragione che ha già organizzato l’anno scorso un incontro su
questi temi, propone invece la necessità di una grande riforma del carcere, proprio a partire dalla situazione di crisi individuando nuovi modelli di struttura, di vita e di inserimento sociale.
Troppo spesso il carcere si trasforma in un deposito di corpi con un conseguente trattamento inumano e degradante che sfiora la tortura: occorre far rivivere i principi della Riforma del 1975 e attuare il Regolamento del 2000.

Partecipano
Stefano Anastasia
Garante dei detenuti di Antigone e Ricercatore Università di Perugia
Sebastiano Ardita
Direttore generale Ufficio detenuti e trattamento DAP
Vittorio Borraccetti
già Procuratore della Repubblica di Venezia, membro del CSM
Cesare Burdese
Architetto
Guido Calvi
Avvocato, membro del Consiglio Superiore della Magistratura
Lucia Castellano
Direttore della Casa Circondariale di Milano Bollate
Franco Corleone
Presidente Società della Ragione, Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze
Anna Finocchiaro
Presidente del Gruppo parlamentare del Partito Democratico al Senato
Patrizio Gonnella
Presidente dell’Associazione Antigone
Corrado Marcetti
Architetto, Direttore della Fondazione Michelucci
Sandro Margara
Presidente della Fondazione Michelucci
Francesco Maisto
Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna
Mauro Palma
Presidente del Comitato Prevenzione Tortura del Consiglio d’Europa
Sonia Paone
Sociologa urbana, Università di Pisa
Eligio Resta
Professore di Filosofia e Diritto Università Roma 3
Leonardo Scarcella
Architetto, Responsabile Tecnico del Ministero della Giustizia
Adriano Sofri
Scrittore
Maria Stagnitta
Associazione Insieme, Vice Presidente di Forum Droghe
Luca Zevi
Architetto
Grazia Zuffa
Psicologa, direttrice di Fuoriluogo

Scarica l’invito in formato pdf dal sito de La Società della Ragione.

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