Il sito di Franco Corleone
16 May 2024

«Il vento è cambiato»

INTERVISTA. Franco Corleone di Forum droghe ed ex sottosegretario alla Giustizia col governo Prodi, nel 1998 presentò una proposta di legge antiproibizionista che venne firmata anche da Roberto Maroni.

Nel marzo 1997 alla seconda conferenza nazionale sulle droghe di Napoli per la prima volta si parlò di una completa depenalizzazione dell’uso personale, del consumo di gruppo e della coltivazione domestica di cannabis. Franco Corleone, oggi alla guida dell’associazione Forum Droghe ma all’epoca sottosegretario alla Giustizia del governo Prodi, presentò alla Camera una proposta di legge per legalizzare la cannabis, sottoscritta da ben 125 parlamentari, compreso l’attuale ministro dell’Interno Roberto Maroni. Il centrosinistra quando nel 2006 tornò al governo con l’Unione nel suo programma si era impegnato ad abrogare la Fini-Giovanardi, cancellando le sanzioni per i consumatori. Infatti il 28 aprile 2006 quella proposta di legge venne ripresentata alla Camera, sottoscritta da vari deputati dei partiti del centrosinistra, ma non si riuscì ad approvare.

In Italia verranno mai depenalizzate le droghe leggere?
Il nostro Paese ha avuto diversi movimenti, a seconda delle varie stagioni politiche. In alcuni momenti siamo arrivati vicini alla legalizzazione, soprattutto alla presentazione della mia proposta di legge, la più sottoscritta. Poi le opinioni sono cambiate. Ora il clima si è però rovesciato. Servirebbe un movimento autorevole per spingere in questa direzione. A Milano un giudice ha recentemente assolto un giovane che in casa coltivava sette piante di marijuana. Una sentenza importante e coraggiosa, perché spiega che quella domestica non può essere equiparata alle coltivazioni industriali.

Quale dovrebbe essere il nostro punto d’arrivo?
L’Italia deve depenalizzazione tutte le sostanze. Per poi legalizzare e regolamentare, con diversi regimi, le varie droghe. Anche perché le galere sono piene di tossicodipendenti, arrestati per piccolo spaccio o consumo. Il problema è solo politico.

E nel resto del mondo?
Il modello olandese resta molto valido. Contrariamente a quello che molti proibizionisti dicono, il livello di consumo ad Amsterdam è inferiore a Paesi o città dove c’è una forte proibizione o sanzioni elevate. Perché la legalizzazione normalizza il consumo e lo smitizza. In Svezia come a San Francisco. Infatti anche negli Stati Uniti si sta muovendo qualcosa e importanti economisti suggeriscono la regolamentazione, attraverso la tassazione. Tanto che in California ora si terrà un referendum sulla canapa, proprio per aumentare gli introiti fiscali. Se vincerà il sì lo scenario nel Nord America e forse anche in Europa cambierà notevolmente. Anche in Sudamerica la Democracy and drug democracy, presieduta dai presidenti di tre Paesi (Colombia, Messico e Brasile), vuole mettere fine alla guerra alla droga e legalizzare le varie sostanze in modo differenziato. Anche per fermare la repressione dei contadini che coltivano le piante di coca. Intorno a noi ci sono molte realtà in movimento. Molti Paesi europei ora ad esempio consentono di fatto la coltivazione della canapa per uso personale oppure incentivano politiche di riduzione del danno e del rischio, a differenza dell’Italia.

Alessandro De Pascale

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