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L’opposizione a Strassoldo: non c’è collaborazionismo
I capigruppo del centro-sinistra: c’è un limpido patto di correttezza istituzionale e basta
Il Messaggero Veneto, 8 agosto 2001


«Sui rapporti con l’opposizione Strassoldo ha dichiarto cose che non concordano con la veritá». I capigruppo dell’opposizione, Franco Jacob (Margherita), Pietro Del Frate (Ds), Giordano Menis (Gruppo misto) insieme al portavoce Flavio Pressacco e al vicepresidente vicario del consiglio provinciale, Ermenegildo Toso, nel replicare all’intervista concessa dal presidente della Provincia al nostro giornale, ci tengono a sottolineare che per quanto riguarda i rapporti con l’opposizione, «Strassoldo cerca di ricondurre tale positività esclusivamente alla sfera dei rapporti interpersonali. A suo avviso gli esponenti dell’opposizione possono dividersi in due tipi, con differente motivazione a un atteggiamento collaborativo. Un primo gruppo sarebbe costituito da “ex (sic) consiglieri di esperienza che hanno anche in passato collaborato con la maggioranza». Secondo gli stessi membri dell’opposizione, infatti, «l’essere stati colleghi in precedenti governi provinciali di centro-sinistra di membri dell’attuale maggioranza, nel frattempo approdati al centro-destra, sembra essere, nell’analisi di Strassoldo, una forte spinta a un atteggiamento di morbida collaborazione».
Un secondo gruppo, invece, sarebbe formato da «sindaci o ex sindaci che hanno interesse ad avere un buon rapporto con la provincia e a trovare, con il governo della stessa, forme di convivenza e dialogo», evidentemente nella speranza di trarne profitto per le rispettive amministrazioni piuttosto che nel timore di ritorsioni o provvedimenti punitivi». Un quadro, questo, che non piace agli uomini di Pressacco: «L’immagine dell’opposizione che questa analisi suggerisce - spiegano - è quella di un gruppo di collaborazionisti e opportunisti che, a quanto sembra, divengono ancor più graditi, per “la capacità di identificare subito errori formali (sic) da parte dell’amministrazione”».
Inutile dire che il vice presidente vicario del consiglio provinciale, i capigruppo e il portavoce dell’opposizione non si riconoscono in «questa visione elusiva, riduttiva, offensiva e palesemente falsa dell’opposizione». «I buoni rapporti intercorsi finora fra maggioranza e opposizione non derivano da motivazioni personali ma sono il frutto di un limpido patto di correttezza istituzionale» spiegano prima di ricordare che il patto proposto dall’opposizione fin dalla prima seduta del consiglio provinciale, è stato «fatto proprio dai gruppi della maggioranza, e tradotto in un ordine del giorno approvato all’unanimità in consiglio».
Detto questo i membri dell’opposizione aggiungono: «In questo patto non abbiamo rivendicato alcuna impropria posizione di potere o sottogoverno, esigendo solo che fossero riconosciute quelle prerogative nella composizione dell’ufficio di presidenza, nelle commissioni di garanzia, nelle nomine a cariche esterne di competenza consiliare, che ci consentono di fare bene il nostro mestiere, cioè l’opposizione, mettendo a frutto in modo trasparente e non collusivo quelle doti di esperienza, competenza e conoscenza dei problemi che ci vengono riconosciute».
«Riteniamo che anche la maggioranza possa a sua volta operare al meglio in una cornice appropriata. Noi abbiamo garantito un’opposizione seria e responsabile e non strumentale od ostruzionistica. E questo tipo di opposizione continueremo a fare fintanto che il patto di correttezza sarà rispettato» fanno sapere Pressacco, Toso, Jacob, Del Frate e Menis, nel sottolineare che queste sono «le vere ragioni istituzionali e non personalistiche del buon rapporto fra maggioranza e opposizione. Siamo francamente sconcertati - concludono - che solo Strassoldo non le abbia capite ».