Rossano Orlando
ORTONA. «Una struttura del genere risponde alle esigenze
della giustizia». Lo ha detto ieri il ministro Piero Fassino,
intervenendo a Ortona all'inaugurazione della sede distaccata del
tribunale di Chieti, nel nuovo edificio di via Tripoli. Alla cerimonia
erano presenti il presidente della corte d'appello Michele Ramundo,
il procuratore generale Bruno Paolo Amicarelli, il presidente del
tribunale di Chieti, Filippo Bortone.
«E' una festa che coincide con il mio ingresso nel tribunale»,
ha detto il giudice Bortone, «e un atto di rispetto della
comunità per l'amministrazione della giustizia. Constato
con piacere che l'interessamento di forze politiche di colore diverso
abbia contribuito a realizzare questa opera». Per il sindaco
Puletti, invece, merito del palazzo di giustizia è dell'amministrazione
comunale di centrodestra, visto che nel suo intervento non ha citato
una sola volta il sottosegretario alla Giustizia, Franco Corleone,
deputato del collegio, senza il cui interessamento la città
non avrebbe ottenuto la sede distaccata del tribunale. Il presidente
dell'ordine degli avvocati, Camillo Tatozzi, ha chiesto più
personale per l'amministrazione della giustizia a Chieti. «Dobbiamo
dotare il tribunale di Chieti di un centro statistico», ha
aggiunto Manuela Romei Pasetti, del Csm, «e la struttura potrebbe
essere dislocata qui».
Per il sottosegretario Corleone «questa struttura si inserisce
nella riforma in corso nella giustizia. Ora cerchiamo di farla funzionare.
A Giulianova la sede distaccata va molto bene: anche qui offriamo
le condizioni per cui si possa rispondere alle richieste dei cittadini.
Ma puntiamo ad avere sentenze rapide, che sono la salvaguardia del
vivere civile».
A margine della cerimonia il ministro Fassino si è intrattenuto
sulla politica nazionale. Nella polemica sull'allarme sicurezza
ha detto che «non è degno di un paese civile ciò
che è accaduto a Novi Ligure: un conto è che ci siano
dei cittadini da tutelare, un conto è la lotta agli immigrati
clandestini, un altro è criminalizzare gli stranieri come
responsabili di ogni cosa che accada in Italia». Sul dibattito
acceso da Berlusconi sulla candidatura del premier del centro sinistra
Rutelli, Fassino ha sostenuto che «se Rutelli va in Parlamento
lo decidono gli elettori e certamente non Berlusconi».
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