C. ROS. da Il Manifesto del 4.4.2001
Franco Corleone è una dei grandi eslcusi dai collegi. E non
nasconde le sue critiche per il "modo un po' irresponsabile"
con cui i Verdi hanno selezionato i candidati.
Come giudichi l'esclusione tua e di tutti i leader storici del
Sole che ride?
E' una vicenda che a mio parere non riguarda solo i Verdi, ma tutto
l'Ulivo. Questo dimostra quanto sia stato un errore non affrontare
il problema della riforma elettorale subito dopo il referendum attraverso
il mdello tedesco; lasciando anche una base uninominale, ma diversa
questo modello insostenibile dal punto di vista democratico. Questo
modello funziona solo se c'è il bipartitismo con le primarie.
E i Verdi?
Diciamo che dopo le dimissioni di Manconi c'è stato un percorso
che ha portato alla definizione di un nuovo gruppo dirigente. Era
evidente: bisognava prenderne atto e farci i conti. E c'era anche
l'esigenza di un rinnovamento del gruppo parlamentare, sopratutto
per un riequilibrio di genere.
L'operazione di Francescato e Pecoraro ha però il sapore
di un'epurazione.
Ecco. Il problema è il modo. Sopratutto di fronte a una
campagna elettorale in salita, per fare la "rimonta" di
cui parla Rutelli occorreva impegnare tutte le energie per conquistare
consensi, sia all'Ulivo che al Girasole. Che deve convincere perché
mette insieme due culture politiche, quella ambientalista e quella
socialista, il cui collante non può essere costituito che
dai diritti civili, sociali e di cittadinanza.
Da questo punto di vista, la tradizione garantista dei Verdi è
esclusa dal parlamento.
Mi preoccupa non solo per i Verdi, ma perché mancheranno
molte, troppe voci dell'Ulivo: Salvato, Senese, Saraceni, Manconi,
io stesso.
E il metodo scelto dai Verdi?
Parlando di me, siccome avevo capito l'esigenza di un rinnovamento
nei collegi cosiddetti sicuri, avevo dato la mia disponibilità
a partecipare alla sfida attraverso il proporzionale - poteva essere
un criterio utilizzare le persone più note nel proporzionale
- per contribuire a raggiungere il 4%. Avevo legato questa cosa
a Milano, che è la città dove sono nato e cresciuto
anche politicamente, e che è anche il simbolo della giustizia
e del carcere. Fino a pochi giorni fa sembrava pacifico. Poi ricevo
una telefonata un po' sbrigativa in cui mi si dice che non c'è
Milano ma Venezia e che va bene lo stesso. Da questo ho capito che
la mia richiesta e la mia disponibiltà cozzavano con altre
priorità, che mi hanno posto in condizione di non accettare.
Cosa intendi?
Non so se a Milano sarà capolista Boselli per far eleggere
un altro socialista. Nel mio collegio di Ortona hanno messo Albertini
dello Sdi e so che c'è molto malumore e preoccupazione, quando
invece era ritenuto un posto sicuro. Mi sembra un po' irresponsabile.
Spartizioni nel Girasole, insomma.
Il Girasole funziona se è percepito come tale e non come
sommatoria. Questo era il senso del mio impegno nel proporzionale.
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