Da Mediaset
on line del 26.1
Probabilmente entrerà nel Guinness dei primati: un membro
del governo in sciopero della fame da 15 giorni per sollecitare
l'approvazione di una legge, il cosiddetto indultino. E' il sottosegretario
alla Giustizia, il verde Franco Corleone, che non molla anche se
intravvede qualche spiraglio.
"Qualcosa si muove, anche se molto lentamente. La conferenza
dei capigruppo del Senato ha stabilito che il provvedimento sulle
detenute madri arriverà in aula il 7 e 8 febbraio".
Onorevole, prima di tutto come sta?
"Posso garantire di star bene, ho un spirito forte e il mio
fisico si adegua. Sono convinto fino in fondo di quanto sto facendo
perchè è un'esperienza che aiuta a riflettere su come
la politica tratti questioni delicate, ad esempio la vita dei bambini
nelle carceri".
Nessun passo indietro...
"Continuerò fin quando non verrà deciso cosa
fare di questo problema. Non entro nel merito perchè toccherà
al Parlamento adottare i provvedimenti necessari"
Sciopero della fame ad oltranza quindi...
"No: il mio è un digiuno. Lo sciopero è qualcosa
che si fa contro, è una forma di protesta. Il digiuno è
un sistema per attirare l'attenzione su certi problemi"
Del cosiddetto "indultino" cosa Le sta maggiormente a
cuore?
"E' un argomento complesso. Pensiamo per un momento ai figli
di detenute: per legge, fino a tre anni i piccoli possono restare
in cella con le madri. E poi? Finiscono in istituti o, se sono fortunati,
tornano in famiglia, se la detenuta ne ha una. Quindi per loro ci
sono due choc, la vita in carcere e il successivo distacco dalla
madre"
Quale soluzione propone?
"La proposta di legge prevede che le detenute-madri, qualora
non abbiano commesso reati gravissimi, vengano affidate alla detenzione
domiciliare, anche in strutture idonee"
E per gli altri carcerati?
"Il duemila è stato l'anno delle delusioni per chi è
in prigione. Con la scusa del Giubileo si era promesso loro tanto
e invece... Comunque il governo ha presentato un provvedimento che
porta da 45 a 60 i giorni di liberazione anticipata ai detenuti
iscritti ai progetti di risocializzazione, libertà sempre
sottoposta all'approvazione del magistrato"
Varrebbe anche per gli stranieri?
"Per gli extra-Cee, nell'indultino si parla di rimpatrio coatto,
in modo da sfoltire la popolazione carceraria"
Chi ha bloccato queste misure, secondo Lei?
"Guardi, siamo a fine legislatura e si corre ad approvare per
forza leggi che hanno interessi cospicui o rilevanza generale. Il
carcere non rientra purtroppo tra queste priorità. Per questo
la prigione è diventata una discarica sociale"
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