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GIUSTIZIA PIU' RAPIDA
Carceri, Corleone digiuna
Il vice ministro protesta da otto giorni per la riforma

r.o.

PESCARA. Digiuna ormai da otto giorni. E lo fa per catturare l'attenzione della Camera dei deputati sull'approvazione del disegno di legge sull'«indultino». Quello cioé che porta a 60 giorni per semestre, dai 45 attuali, lo sconto della pena per i detenuti che abbiano dimostrato attenzione alla risocializzazione. E che prevede per gli extracomunitari in carcere, quando si trovino a tre anni dal termine del periodo di detenzione, il ritorno anticipato in patria se non si sono macchiati di reati gravi. La forma di protesta è dell'onorevole Franco Corleone (Verdi), eletto nel collegio di Ortona. Ma è singolare perché il deputato indossa i galloni di vice ministro della Giustizia. Il disegno di legge, proposto dal Governo, è stato approvato dal Senato.
«Distinguiamo tra sciopero della fame e digiuno. Il primo indica uno strumento di protesta contro qualcuno, una rivendicazione per ottenere qualcosa. Il digiuno», spiega Corleone, «è una forma di dialogo per chi lo fa, per porre l'attenzione su una questione e sollecitare una presa di coscienza sul problema». Ma perché questa decisione? «Il 2000 è stato un anno in cui si è molto discusso sullo stato delle carceri in Italia. Non ci sono stati indulti o amnistie», ha continuato Corleone, «perché le forze politiche hanno avuto timore per le reazioni dei cittadini. Ma tra i tanti provvedimenti assunti c'è questo sull'indultino, approvato dal Senato ma fermo alla commissione Giustizia della Camera per via di altre priorità. I politici sono stati rimproverati per non avere fatto nulla per i detenuti. Ecco, con questa iniziativa vogliamo che le forze politiche decidano se fare o non fare, anche modificando il disegno di legge, ma occorre evitare che trascorra del tempo senza decidere. Essere forti con i deboli è una delle cose peggiori che si possano fare. Ci vuole più carità nell'amministrare la giustizia: garantiamo il rigore e la sicurezza dei cittadini, ma contemperando tutte le esigenze». A quanti segnalano come questo provvedimento possa rivelarsi limitato, Corleone risponde «che è un segnale di attenzione che dà un effetto pratico aiutando il governo delle carceri ad applicare le riforme. Consentiamo che il reinserimento del detenuto nella società vada bene. Mi auguro che del carcere non ci si occupi solo per i disastri o che lo si rileghi a una discarica sociale».

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