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Intervento al convegno: "Lavorare vale la pena. Misure alternative al carcere e lavoro dei detenuti: Proposte e percorsi"
Milano 19 giugno 2000.

Domanda : Riguarda il problema della quasi illegalità degli sportelli. Riservando la mediazione tra domanda e offerta ad agenzie che abbiano un riconoscimento ben determinato, a determinate condizioni e aldilà di questo primo ostacolo, si opera in condizioni di continuo attrito con una serie impressionante di vincoli nel mercato nel lavoro che sono una palla al piede per chiunque operi in questo campo. Ricordo l'unica regola che era stata istituita dalla legge inglese per la Manpower Services Commition che poteva fare tutto quanto era possibile tranne che prendere a prestito denaro per favorire l'incontro tra domanda e offerta. Noi abbiamo pagine e pagine di norme che costituiscono una palla al piede grave.

Inoltre vorrei sapere che cosa il Ministero della Giustizia è in grado di fare per arricchire di contenuto quei 3 diritti del detenuto, senza i quali il suo diritto al lavoro non ha corpo: cioè informazione, formazione e mobilità.

A Paolo Del Debbio, che rappresenta il Comune di Milano vorrei chiedere in particolare, al di là delle polemiche sul patto di lavoro, che cosa il Comune di Milano intende fare perché quello schema di intervento che il Comune ha deciso di darsi e ha negoziato con una a parte del movimento sindacale diventi uno strumento importante e incisivo per creare un canale di accesso al tessuto produttivo per questo segmento particolarissimo della forza lavoro. Questo non è automatico, non possiamo illuderci che basti aver detto che ci si apre agli emarginati perché gli emarginati entrino, dunque si tratta di capire che cosa vogliamo esattamente fare.

A Cosma gravina , Assessore al lavoro della Provincia di Milano, chiediamo di dirci cosa intende fare la Provincia. che ha delle responsabilità importanti nel campo dell'assistenza, e può fare molto sul terreno del tessuto dell' informazione, formazione, forse un po' meno nel campo della mobilità.

Poi abbiamo dei rappresentanti di un altro genere di protagonisti. Le associazioni di datori di lavoro, la CNA che rappresenta gli artigiani, rappresentata da Antonio Pastore. Anche i datori di lavoro hanno delle responsabilità sui 3 punti.

Poi abbiamo Felice Romeo in rappresentanza della cooperativa sociale, un datore di lavoro un po' particolare e particolarmente qualificato per i fini che a noi interessano, e per l'ANCI Lombardia interverrà Giuseppe Torchio, anche lui rappresenta una parte importante dei potenziali datori di lavoro ed infine Carlo Stelluti che rappresenta qui il potere legislativo.

Franco Corleone, sottosegretario Ministero della Giustizia:

Cercherò di rispettare il tempo a mia disposizione che è assai poco, poichè le questioni sono difficili. L'incontro di oggi, fortunatamente, si verifica dopo la approvazione di due importanti provvedimenti: la legge Smuraglia, la quale - approvata all'unanimità dal Senato e dalla Camera per colmare un evidente stortura delle leggi che non consideravano il detenuto una categoria svantaggiata, - prevede soprattutto la possibilità di misure che dovrebbero facilitare le imprese, le cooperative e il lavoro per i detenuti. L'altra grande riforma, approvata dal Governo e dal Ministero della Giustizia è il regolamento di esecuzione delle pene, che si pone il grande obiettivo di cambiare la qualità della vita quotidiana. Come io ho detto con una battuta, "i regolamenti sono il trionfo dell'ottusità", tanto è vero che quando si vuole fare uno sciopero si minaccia l'applicazione fiscale del regolamento. Riferendoci ai detenuti ciò significa aumentarne l'afflizione e la difficile condizione in cui si trovano. Noi abbiamo cercato di scrivere un regolamento intelligente per quanto è possibile, quindi se venisse applicato alla lettera dovrebbe solo provocare un miglioramento delle condizioni di vita carcerarie. Questi due strumenti vengono a conclusione di un progetto di riforma importante sul carcere, che riguarda da un lato la salute e la sanità, e dall'altro il riordino del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, che è una struttura pachidermica e con grosse incapacità ad affrontare i problemi che pone il 'nuovo' carcere con la nuova composizione dei detenuti. Nuove figure e nuove responsabilità per quanto riguarda la formazione all'interno del carcere. Io penso e propongo di trovare anche esternamente all'Amministrazione così come è oggi costruita, una figura che sappia affrontare i problemi del lavoro in tutti i suoi aspetti, produttivo, sindacale, nei rapporti con le associazioni e gli enti locali; una figura con delle caratteristiche manageriali che oggi l'amministrazione non ha e non conosce. Questo credo ci potrebbe aiutare ad affrontare questi temi che rischiano altrimenti di fare la fine tipica italiana, e cioè di fare delle buone leggi ma che spesso poi non si traducono nei fatti.

Domanda: Il mondo si divide in due categorie, un mondo in cui si devono raggiungere degli obiettivi, e un mondo in cui si devono rispettare delle categorie. Il governo è disposto per quanto riguarda il mondo carcerario a non giudicare dalle procedure?

Corleone:

Io spero che per questo lavoro, mi offriate qualche bravo candidato; inoltre poiché le condizioni di lavoro dopo questa riforma non sono poi così pessime come lo erano quelle della Pubblica Amministrazione, qualcuno bravo si può trovare.

Resta il fatto che dobbiamo fare i conti con una condizione comunque particolare, in quanto si tratta non di lavoratori disoccupati, ma di detenuti, quindi bisogna considerare la loro "risorsa tempo", che non è destinata solo al lavoro, ma sicuramente allo studio, ai colloqui con i magistrati, agli avvocati e familiari, al rapporto con l'équipe degli assistenti sociali. Poi c'è il rapporto con la magistratura di sorveglianza, e i dati sono impressionanti; in tutta Italia abbiamo solo 223 detenuti al lavoro esterno con l'articolo 21. Voi capite che è questo il punto su cui tutto crolla, perché i 10.000 detenuti occupati lo sono nei lavori domestici, cioè per i lavori di mantenimento dell'istituto.Il problema riguarda anche la qualità dei detenuti: metà di essi sono condannati per la violazione della legge sulla droga; di questa metà una parte consistente, i 2/3, sono tossicodipendenti. Il problema del rapporto tra il tossicodipendente e il lavoro è un problema tutto da esplorare, e ci fa capire come il carcere debba essere considerato da tutti un grande laboratorio di sperimentazione sociale, in grado di portare nella società persone forse per la prima volta inserite nel mondo del lavoro; perciò non dobbiamo parlare di reinserimento, ma di inserimento vero e proprio.

Domanda: Io credo che il problema non sia solo che il libero mercato non risponde, ma che c'era una rigidità e un approccio non realistico del problema, come l'inserimento dei disabili: con l'inserimento obbligatorio succedeva che c'erano le sanatorie o le ammende, e non riuscivamo mai ad inserirli. Invece con le convenzioni e le quote del 10% si riesce probabilmente a rispondere meglio.

C'è una cosa però, e mi ricollego a quanto diceva Romeo. Se gli sgravi fiscali devono essere concessi ad imprese che assumono i detenuti per un periodo non inferiore ai 30 giorni, questi 30 giorni sono continuativi o nell'arco di un anno? Perché altrimenti non è più una rigidità del magistrato di sorveglianza, ma diventa una rigidità all'interno della legge, e bisogna allora fare un passo successivo per adattarsi al mondo del lavoro.

Corleone:

Sulla questione delle normative contraddittorie, la legge Smuraglia ha modificato quella sulla disciplina delle cooperative sociali, in quanto all'interno di quest'ultima legge erano previste come persone svantaggiate i condannati ammessi alle misure alternative, e non i detenuti in carcere.

La modifica che è stata fatta è sostanziale, anche se qualche coordinamento col resto della legislazione bisognerebbe farlo, perché la legge Smuraglia indica come persone svantaggiate, assieme agli alcolisti, ai detenuti, ai tossicodipendenti, gli invalidi fisici, psichici e sensoriali; in sostanza cioè quelli che sono nell'altra legge sono anche in questa. Invece, per quanto riguarda il problema degli sgravi fiscali, ora esso viene esteso anche ai detenuti, nel senso cioè che il lavoro può entrare in carcere, e non riguarda quindi solo i detenuti che escono. Sappiamo che vi sono molte difficoltà per ottenere i benefici, ma tale novità assieme alla possibilità per le imprese che portano lavoro nel carcere di ottenere sgravi fiscali, rappresenta per me la novità più importante.